L’architettura è sempre stata una passione di famiglia: il nonno architetto per professione e pittore per passione; la mamma entusiasta arredatrice; io, laureata in scienze politiche, sono approdata alla progettazione d’interni dopo aver frequentato l’Istituto Europeo di Design di Milano, dove mi sono stabilmente trasferita. Qui ho avviato il mio studio professionale con un gruppo di colleghi, tutti ex compagni di corso, fondando Studiomorinn, una realtà molto poliedrica, in grado offrire design a tutti i livelli: dalla grafica al web design e animazione 3D, dalla fotografia al fashion design, dalla progettazione d’interni allo studio di oggetti d’arredo. Quando ho trovato la mia casa milanese, sono rimasta affascinata da questo piccolo spazio, in cui le grandi finestre sul verde e sul silenzioso cortile inondavano le stanze di sole. Credo fortemente che il rapporto con la luce naturale sia essenziale nella realizzazione di una buona progettazione d’interni, la luce è una materia prima fondamentale e preziosa. Sapere sfruttare al massimo le sue potenzialità e saper dosare con maestria anche la luce artificiale offre l’opportunità di trasformare uno spazio in apparenza banale, in un luogo affascinante e carico di atmosfera. Ogni buon progetto non può prescindere dallo studio approfondito di come la luce del giorno trasforma le stanze dall’alba al tramonto e da come questa trasformazione può perpetrarsi anche durante le ore di buio.Le luci che ho scelto per la mia piccola casa sono molto particolari, tra tradizione e contemporaneità. L’antico lampadario di famiglia evoca immagini del passato, quando le stanze erano illuminate solo dalla luce calda delle candele, mentre la lampada da terra Bamboo, con le canne in vetroresina nera, diffonde la stessa atmosfera di un chiaro di luna. Nel mio lavoro mi trovo spesso, inevitabilmente, ad affrontare il conflitto tra funzionalità ed estetica, a maggior ragione quando lo spazio è limitato. Nell’affrontare la mia casa, naturalmente, mi sono scontrata con le esigenze comuni ad ogni committente e il mio severissimo rigore estetico; a volte è bastato un particolare per conciliarle. L’idea di una lunga panca in cartongesso portante caratterizza tutto l’ambiente dando una sensazione di continuità ai locali e di massima ampiezza, con un piccolo richiamo alla vecchia infilata di stanze, una di seguito all’altra, tipica delle case di una volta. Allo stesso tempo, questa panca mi ha permesso di rispondere a varie esigenze pratiche: l’ampliamento del salotto, dove è declinata come seduta con materasso e cuscini; l’integrazione della libreria, oggetto immancabile in ogni casa; nuovamente seduta da utilizzare come dormeuse in camera e pratico comodino di fianco al letto. I miei colori sono quasi sempre chiari ma caldi, mai anonimi, con qualche accento di colore di quando in quando; i materiali sempre rigorosamente naturali, legno di rovere sbiancato e spazzolato per il pavimento, lini spalmati in oro per le tende, tele grezze tipo juta per gli imbottiti, morbidi cotoni per il letto, … Mi piace che lo spazio parli di chi lo abita, per questo amo gli oggetti antichi o di famiglia, perché parlano di noi e del nostro vissuto; la loro mescolanza con arredi ed oggetti moderni li rende ancora più interessanti. Amo i libri, perché attraverso di loro riveliamo le nostre passioni e i nostri interessi. Amo le fotografie, soprattutto in bianco e nero e sapientemente disposte. La mescolanza di tutti questi ingredienti mi ha permesso di creare una piacevole atmosfera e di rendere caldo e accogliente il mio ‘nido’, sottolineando l’importanza del passato e delle mie radici.